Il Nero D'Avola
di Cascina Badja

"Il nostro Vino vive della nostra passione". Il nostro impegno è diretto in tutte le direzioni per poter produrre un vino di qualità eccellente. Seguiamo e innoviamo ogni giorno le nostre tradizioni per poter tramandare in ogni prodotto il lavoro e i profumi della nostra terra e dei nostri cari nonni.

Ogni sorso di vino ti porterà qui con noi nella nostra amata Sicilia, tra il Sole e il Mare, per rendere la tua giornata indimenticabile.

Il Nero D'Avola

Nero D'Avola “Vardia” anno 2006

Informazioni Generali

Oggi la Sicilia con più di 200.000 ettari di impianti specializzati, produce oltre 13 milioni di quintali di uve con una produzione totale di vino di circa 10 milioni di ettolitri, pari al 13% della produzione nazionale. Il Nero d'Avola, vitigno principe siciliano, oggi con una superficie vitata di quattordicimila ettari, è anche il più diffuso nella regione. Viene coltivato in differenti percentuali in quasi tutta la Sicilia, il suo territorio d'origine è quello sud-orientale nelle zone di Eloro, Pachino, Noto in provincia di Ragusa (latitudine inferiore a Tunisi), dove le temperature medie superano i 17°, con punte estive oltre i 40°. Da tempo, questo vitigno, offre risultati positivi sia nel centro dell' isola che nella costa nord- orientale e anche nell' angolo nord-occidentale in provincia di Trapani, zona tipica da vini bianchi. Le caratteristiche fondamentali del vitigno sono l'estrema resistenza alla siccità e la maturazione tardiva dei grappoli che si caratterizzano per grandi dimensioni e acini medio-piccoli. Il colore della buccia, a maturazione, è violetto intenso, appena pressato da un succo molto zuccherino e di buona acidità. Il corredo polifenolico delle bucce ha una buona componente antocianica e sono presenti tannini con caratteristiche molto positive in quanto sono "dolci" ben polimerizzabili e conferiscono al vino quella rotondità e struttura ricercata oggi nei vini rossi. Il Nero d'Avola è un vitigno molto ricco di resveratrolo, sostanza che favorisce l'abbassamento del colesterolo nel sangue, soprattutto se le uve vengono sottoposte ad appassimento con taglio del tralcio uvifero dieci giorni prima della vendemmia.

Fino a pochi anni fa il Nero d'Avola veniva commercializzato col nome generico di vino di Pachino; storicamente e' stato utilizzato spesso come vino da taglio, tanto che nell'Ottocento fu protagonista di grandi esportazioni verso la Francia. Era chiamato dai francesi, che ne facevano largo uso in Gironda e in Borgogna, "vin medicine" per la forte gradazione alcolica e il profumo intenso.

Netta è ormai l'affermazione a livello nazionale ed internazionale del Nero d'Avola come vitigno a bacca rossa, caratterizzato dalle grande qualità e dal quale sono prodotti vini di grande spessore. A partire dal 1991 è stato oggetto di una diffusa sperimentazione su tutto il territorio nazionale. Al fine di caratterizzarlo dal punto di vista fenologico-produttivo e per conoscerne le reali potenzialità enologiche è stato messo a confronto con alcuni vitigni internazionali o nazionali come il Cabernet Sauvignon, l'Aglianico , il Primitivo. Ad oggi sono molti i produttori che hanno optato per il monovitigno o stanno utilizzando il Nero d'Avola come protagonista. In effetti tutti i grandi vini rossi siciliani e le principali Doc e Igt regionali hanno in quest'uva una componente fondamentale. Con queste uve si possono ottenere vini di diversa tipologia: vini di pronta beva, con uva delle pergole e delle controspalliere, e vini da invecchiamento negli impianti a maggiore fittezza e minor produzione.

Il nome del vitigno nero d'Avola nasce come "calarvisi", italianizzato in calabrese anche se con la Calabria a poco a che vedere. Secondo le ipotesi più accreditate - tratte da una ricerca su questo vitigno effettuata da Francesca Gringeri Pantano e da Corrado Di Rosa - l'equivoco nascerebbe dall'unione e dalla trasformazione di due termini dialettali quali cala (sinonimo di uva o racina) e Aulisi (di Avola) cioè calaulisi, uva di Avola, diventati poi calavrisi. Nel 1974 il prof. Pastena, che riteneva il nero d'Avola un vitigno indigeno del siracusano, ipotizzò che il nome calabrese nacque in tempi remoti per motivi commerciali. Infatti gli esportatori di vini siciliani in Francia trovavano più facile venderli come calabresi perché i vini provenienti da questa regione godevano già di grande notorietà.

Scheda Tecnica

Classificazione

Rosso IGT Sicilia

Vitigni

Nero d’Avola 100%

Età del vigneto

16 anni.

Sistema di allevamento

A contro-spalliera da 4000 ceppi per ettaro

Tipo di potatura

Guyot

Terreno

Composizione mista tendente all’argilloso

Altimetria

250 s.l.m.

Epoca di vendemmia

Manuale svolta nella prima decade di Settembre

Resa di uva per Ha

60 Q.li.

Fermentazione

Tradizionale in rosso

Durata a contatto con le bucce

10 giorni.

Temperatura di fermentazione

25 - 28°C.

Fermentazione malolattica

Svolta totalmente

Affinamento

In larghe vasche di acciaio inox a temperatura controllata

Grado Alcolico

14% in Vol.

Quantità Prodotta

6000 bottiglie da 750 ml.

Temperatura di servizio

16° - 18° C

Aspetto visivo

Rosso rubino intenso

Olfatto

Fruttato di marasca e frutti di bosco, molto complesso

Gusto

Di grande struttura, persistente e armonico con tipico tannino

Abbinamenti gastronomici

Ideale con arrosti e carni pregiate, eccellente con formaggi stagionati

Bicchiere consigliato

Calice fine, molto ampio e trasparente, a stelo lungo.

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VINO CABERNET SAUVIGNON

IL CABERNET SAUVIGNON

Vitigno di origine bordolese, nelle zone del Médoc e delle Graves, è senz'altro la varietà più rinomata al mondo per la produzione di vini di grande qualità e longevità. Viene spesso usato in assemblaggio con Cabernet Franc e Merlot, uvaggio che ha preso il nome di bordolese, dove è stato introdotto. In Italia ne esistono molte versioni, sia in purezza che con altri vitigni rossi. Ha grandi capacità di adattamento alle più disparate condizioni climatiche e tecniche di vinificazione, mantenendo le sue caratteristiche di riconoscibilità pur esprimendo perfettamente anche quelle del terroir. E' in grado di produrre vini intensi già nel colore, ricchi di tannini e sostanze aromatiche, capaci di lungo invecchiamento; grazie alla grande struttura di questo vitigno, si possono osare lunghe macerazioni e affinamento in legno, soprattutto rovere francese, che gli consentono di esprimere nel tempo un bouquet complesso e affascinante. Ha foglia media, pentalobata e dentellata; grappolo medio-piccolo, oblungo, cilindro-piramidale, di buona compattezza, con un'ala spesso evidente; acino di dimensioni medie, quasi rotondo, con buccia molto resistente, blu-nera con sfumature violacee, ricca di pruina.

VINO CATARRATTO

IL CATARRATTO

Questo antico vitigno è una delle varietà più coltivate in Sicilia dove è conosciuto da tempo memorabile e serve per aggiungere corpo e alcol a molti bianchi locali. Il nome significa abbondanza e la sua produzione nell'isola è tale da collocare quest'uva a bacca bianca tra le prime sei al mondo. Prima dell'introduzione del vitigno Grillo, il Catarratto veniva usato da solo o con l'Inzolia nella preparazione del Marsala. Ci sono due importanti sottovarietà. Il Catarratto comune, che viene abbondantemente coltivato nell'area di Trapani, ha un alto contenuto zuccherino ed è perciò più adatto per la produzione del Marsala Il Catarratto lucido, che ha un più basso livello zuccherino, è più diffuso nella zona di Alcamo.

VINO GRILLO

IL GRILLO

Questa varietà è probabilmente di origine pugliese. Si fece strada verso la Sicilia come vite di rimpiazzo, in conseguenza dell'epidemia di fillossera della fine del XIX secolo. Intorno agli anni '30 costituiva circa il 60% delle viti dell'isola. Questa quota si ridusse a circa 17.400 ettari negli anni '50. Oggi, conta poco più di 6.000 ettari e la sua zona di produzione è per lo più confinata all'area sul lungomare tra Marsala e Trapani. Il Grillo viene usato come componente nel Marsala e viene anche mischiato con altre varietà per produrre seducenti bianchi secchi. Il vitigno del Grillo ha un alto tasso zuccherino e, come ogni affermata varietà bianca siciliana, produce vini con un buon corpo, che possono continuare ad evolversi per 3-4 anni.

VINO INZOLIA

L’INZOLIA

Inzolia (Ansonica) antico vitigno della Sicilia, è stato la colonna portante delle cantine isolane, prima che la Sicilia si affermasse come terra d'elezione dei grandi rossi da uve autoctone e da uve internazionali. Questa splendida uva, coltivata in Sicilia da sempre, si è diffusa nel corso dei secoli anche in Sardegna, nell'isola d'Elba e del Giglio per merito dei mercanti greci. Nasce da una vite robusta, resistente alla siccità, dà un germoglio ad apice medio, giallo verdognolo, quasi glabro con foglioline apicali, giallastre con sfumature bronzate. La foglia è medio-grande, pentagonale, quinquelobata, con un lembo di colore verde bottiglia chiaro, liscio, leggermente ondulato, glabro. Il grappolo è semispargolo, tronco piramidale, alato, l'acino è di buone dimensioni, elissoidale di colore giallo dorato, e nelle parti più esposte al caldo sole diventa ambrato, la buccia è spessa, pruinosa, la polpa è deliziosamente croccante. L'Inzolia esprime il meglio di sé con climi caldi e ventilati, si ossida facilmente, vinificata in purezza dà vini di corpo e di lungo invecchiamento, ma oggi, la tendenza è ad accoppiarla ad uve alloctone, quale ad esempio lo Chardonnay, insieme ad uve autoctone quali il Catarratto, Grillo, Grecanico ed il Damaschino, per creare vini dallo spiccato gusto internazionale, ma che nel frattempo esprimano una forte connotazione siciliana. Entra inoltre nella composizione di nove D.O.C. siciliane.